Le Origini dell’insicurezza
Molto spesso dietro il bisogno di approvazione e riconoscimento vi è una mancanza di validazione psicologica ed emotiva che deriva dall’infanzia e dai genitori.
Da dove viene questa mancanza di riconoscimento? E perché è così importante per la crescita individuale? E cosa può fare un adulto che soffre di questa mancanza?
Mancanza di riconoscimento da parte dei genitori e conseguenze da adulti
Possiamo definire il riconoscimento emotivo come l’apprezzamento e la validazione da parte dei genitori di alcuni risultati personali ottenuti dal bambino. Questi risultati includono abilità, capacità, risultati materiali, caratteristiche personali e fisiche, emozioni, sentimenti, sicurezze, etc
Questa mancanza di riconoscimento normalmente è dovuta a una trascuratezza o distanza affettiva e/o emotiva da parte dei genitori, a una presenza instabile, ambivalente o insicura del genitore a livello affettivo o fisico o a un’incapacità di ascolto e di attenzione nei riguardi delle esigenze del bambino.
A livello di tipologie familiare, molto spesso la mancanza di riconoscimento dei risultati di un figlio o di una figlia può derivare da famiglie che sono autoritarie, esigenti, difficili da accontentare e imprevedibili nelle loro reazioni.
In queste famiglie spesso l’amore non è incondizionato, ma è viene usato spesso come merce di scambio: “Ti voglio bene solo se fai questa cosa come dico io” o “o se ti comporti bene, ti faccio un regalo sennò niente”. Questo amore associato a una ricompensa può portare il bambino verso un indole perfezionista, ma allo stesso tempo ansiosa e insicura, perché sempre alla ricerca di conferme per affermare sé stesso o ricevere amore.
Il riconoscimento emotivo richiede infatti che il genitori validi i risultati del figlio a prescindere dalla ricompensa, ovvero che gli mostri un amore incondizionato, che sia pronto a soddisfare i suoi bisogni, che sia disponibile e che gli fornisca quella base sicura che permette al bambino di esplorare il mondo in serenità.
Invece le famiglie di cui abbiamo parlato previamente non sono in grado di validare le emozioni e la psicologia dei propri figli e di approvare il comportamento di realizzazione. In questi casi, per esempio quando un figlio o una figlia commette un errore, invece di vederlo come una tappa fondamentale nello sviluppo personale, rimuginano continuamente sull’errore, vedendolo come un fallimento, non accettando i cambiamenti e perdendo di vista le nuove opportunità che questo errore può apportare.
Frasi come: “Perché ti sei comportato in questo modo?”, “Non avresti dovuto farlo”,” Non otterrai mai nulla, sei un disastro“, “Non avresti dovuto dirlo” ecc. risuonano solo come voci negative che abortiscono il riconoscimento nei bambini per i loro risultati. Tutto questo fa sì che il bambino cresca su un terreno insicuro nel quale non si sente protetto e dove non vi è spazio per la soddisfazione dei suoi bisogni: questo potrebbe portarlo a un vuoto profondo, alla paura di esporsi e alla consapevolezza di essere meritevole di affetto solo quando compiace gli altri e non per quello che è.
Costruire l’identità attraverso il riconoscimento emotivo
Il riconoscimento è una fase fondamentale per la costruzione della nostra identità, proprio perché tocca corde profonde che ci definiscono. Imparare a gestire le nostre emozioni, accettarle ed elaborarle, è una parte fondamentale della nostra crescita e dell’educazione.
Questo perché nonostante le emozioni che proviamo siano di nostra responsabilità molto spesso sono collegate a eventi esterni e, senza un’apposita educazione e sicurezza relazionale, tendiamo a incolpare questi fatti esterni di quello che proviamo, trovandoci completamente in balia delle nostre emozioni.
Quindi la validazione emotiva è un passo che ci deve essere mostrato dai nostri genitori in primis e che in seguito dobbiamo imparare a sviluppare da soli. Se questa validazione emotiva e psicologica viene a mancare nell’infanzia, può creare adulti insicuri e dipendenti dall’approvazione altrui, proprio perché se il peso delle nostre emozioni non viene riconosciuto, può farci sentire inadeguati e fuori posto.
Inoltre il riconoscimento è un pilastro dell’autostima, è una chiave per lo sviluppo della sicurezza personale. Quando le virtù e le capacità della persona sono riconosciute (senza raggiungere poi l’idealizzazione o estremi opposti), l’autostima emotiva, le prestazioni, le relazioni sociali, familiari, scolastiche, lavorative, ecc., vengono rafforzate in modo sano. E i primi responsabili di questo riconoscimento, sono i genitori e la famiglia. Tutti abbiamo bisogno che le nostre emozioni e il nostro essere vengano riconosciuti durante l’infanzia (e anche dopo, anche se da adulti si possono imparare a validare le proprie emozioni e i propri valori attraverso l’auto-riconoscimento), proprio perché tale azione rivela in qualche modo il nostro valore come essere umano e il nostro diritto ad essere amati e a vivere con felicità e sicurezza!
Se questo viene a mancare è come se si sgretolasse questo diritto di essere amati, facendo sí che la persona in questione non si senta degna d’amore e passi la sua vita a ricercarlo.
Il bisogno di approvazione continuo.
Un’altra conseguenza della mancanza di validazione e di riconoscimento emotivo e psicologico è il bisogno di approvazione continuo. Tutti quanti abbiamo sperimentato la necessità dell’approvazione altrui e del compiacimento. E fino a qui non c’è niente di male.
Il problema nasce quando non riusciamo ad affermare noi stessi perché cerchiamo sempre di compiacere gli altri ricercando un’approvazione. Questo tipo di comportamento nasce dall’insicurezza e da una bassa autostima, che possono avere origine di diversa natura (esperenziale, educativa, affettiva, etc) ma una delle cause può anche essere la mancanza di riconoscimento emotivo da parte dei genitori.
Per riprendere in mano la propria vita e decidere quello che davvero vogliamo fare e chi vogliamo essere, senza preoccuparci del giudizio degli altri, è importante intraprendere un percorso di crescita personale per dar forma nuova alla nostra identità. Anche in questo caso, si passerà da una fonte di approvazione esterna a un’auto-approvazione.
È comunque importante sottolineare, che gli esseri umani in generale hanno bisogno dell’approvazione degli altri per sentirsi di formare parte di un gruppo e fomentar la coesione sociale. Il problema si verifica quando tale bisogno diventa una dipendenza a discapito dell’affermazione della propria identità.
La dipendenza dal giudizio altrui
Il bisogno di approvazione diventa un atteggiamento disfunzionale quando si presenta in maniera ricorrente e diventa il solo scopo (e la unica motivazione) per la quale agiamo.
Alcuni comportamenti che nascondono tale dipendenza sono:
- perfezionismo. La ricerca dell’essere perfetti o di compiere azioni perfette in qualsiasi circostanza può essere un segnale di ricerca dell’approvazione altrui. Ovviamente in questo caso parliamo di quel perfezionismo che ha come base solo la motivazione di apparire perfetti agli occhi degli altri, non la ricerca di un miglioramento.
- Essere compiacenti e accondiscendenti con gli altri e fare fatica ad esprimere le proprie emozioni o i propri sentimenti. Non esprimendo mai la propria opinione si accettano passivamente tutte le idee degli altri, anche se molto distanti dalle nostre.
- Sentirsi male se gli altri non condividono le nostre idee, facendo fatica ad accettarlo e reagendo in maniera esagerata.
- Difficoltà nel vivere e gestire novità o nuove realtà, per paura di non essere accettati o per paura di commettere errori che possano compromettere la propria accettazione.
- Sentire la necessità di un parere altrui prima di realizzare qualche scelta e scegliere in base a quello che dicono gli altri (senza ascoltarsi)!
- Assumere sempre un atteggiamento controllato e sulla difensiva in pubblico, non lasciando mai trasparire chi si è in realtà.
Questi sono alcuni dei campanelli d’allarme che ci possono indicare un problema molto radicato di bisogno di approvazione. Ma com’è possibile superarlo?
Com’è possibile superare il bisogno di approvazione?
Per superare il bisogno di approvazione, il primo consiglio rimane sempre lo stesso: se questo problema ci crea malessere o uno stato d’animo che non riusciamo a gestire è sempre meglio chiedere aiuto a uno specialista che ci possa guidare in un processo di crescita personale. Contemporaneamente, possiamo pensare di lavorare su alcuni punti che possono aiutare a focalizzare l’attenzione su noi stessi e non sul giudizio degli altri.
1. La motivazione
Analizzare quanto è importante per voi compiacere gli altri, o per meglio dire, quanto questo atteggiamento ha un valore motivazionale nei confronti delle vostre scelte. Per capire questo punto, e quanto la ricerca di approvazione influenzi le vostre vite, potreste rivolgervi alcune domande di autoanalisi:
- Se tutte le persone a cui volete bene e che vi vogliono bene, inclusi i vostri genitori, vi dicessero di comportarvi come vi pare, che tanto vi vorrebbero bene comunque, che aspetti del vostro carattere o che scelte di vita cambiereste?
- E se vi dicessero che nessuno vi giudicherebbe per le vostre scelte, cosa cambiereste?
- Se non viveste in una società, ma foste l’ultima persona rimasta sulla terra, come vi comportereste?
Queste semplici domande vi porteranno a riflettere su cosa volete davvero e su cosa invece state mettendo in atto solo per il bisogno di approvazione.
2. Migliorare l’autostima
Come abbiamo visto anche nei paragrafi precedenti, la mancanza di riconoscimento e approvazione da parte dei genitori può portare a dei problemi di autostima. Proprio questo problemi molto spesso sono alla base di una continua ricerca di approvazione, perché abbiamo una scarsa considerazione di noi stessi. Pertanto ricercheremo negli altri conferme, approvazione e amore mettendo in atto atteggiamenti e scelte che ricercano compiacimento, ma che in realtà non ci appartengono e magari non ci piacciono neanche. Imparare a volersi bene e lavorare sulla propria sicurezza, può aiutare a essere più decisi e capaci di affrontare gli altri e decidere di ciò che vogliamo fare della nostra vita. Per misurar e migliorare la vostra autostima su voi stessi con alcuni esercizi volti a far prendere consapevolezza di sé (come osservare le proprie qualità e farne una lista, scoprire nuove abitudini e allo stesso tempo continuare a realizzare attività che ci piacciono e ci fanno sentire bene, etc…) o pensare, anche in questo caso, di seguire un percorso di crescita personale.
Self-Serving Bias e Locus of control
Il self- serving Bias e il Locus of control sono dei concetti di psicologia sociale che fanno riferimento all’atteggiamento delle persone di prendersi la responsabilità degli eventi o meno. In particolare:
- Il self- serving Bias fa riferimento al fatto che la persona si prenda il merito di un evento/fatto/atteggiametno quando è positivo, mentre in presenza di qualcosa di negativo si lamenta del fatto che è dovuto a fattori esterni.
- Il Locus of control riguarda in maniera simile il fatto di attribuire le causa di un evento, positivo o negativo, a variabili interne o esterne. Per esempio una persona con un focus of control interno tenderà ad attribuire a sé stesso e al suo duro lavoro i risultati di un buon esame, mentre una persona con un focus of control esterno probabilmente lo attribuirebbe a una buona dose di fortuna. Allo stesso modo una persona con un Locus of control interno ma vittima di self- serving bias, attribuirebbe a sé stessa il merito di un buon voto a un esame, ma nel caso di un voto negativo, ne darebbe la responsabilità all’insegnante o a qualche contrattempo, proiettando al di fuori di sé le responsabilità del suo agire negativo.
Questi concetti ci servono per cercare di approfondire il concetto di responsabilizzazione e controllo, che ci può portare a fare a meno del bisogno di approvazione. Riportando la responsabilità delle nostre azioni, dei comportamenti e delle relazioni verso un’ottica interna potremmo riprendere il controllo della nostra vita e capire che in realtà le nostre scelte derivano da noi stessi. Ovvero non sono gli altri che decidono della nostra vita, o ci fanno superare gli esami, ma siamo noi!
Ovviamente ci sono cose che non possiamo controllare e situazioni che non dipendono da noi, ma smettere di ricercare l’approvazione degli altri, concentrandosi sulle nostre capacità, potenzialità e desideri interni, ci permetterà di valutare meglio chi siamo e prendere consapevolezza di noi stessi. (Allo stesso modo è importante non finire all’estremo opposto prendendosi le responsabilità di qualsiasi cosa e autocriticandosi continuamente.)
L’autoriconoscimento emotivo
Abbiamo visto che la mancanza di riconoscimento può portar a diverse conseguenze, tra cui una bassa autostima e la ricerca di approvazione continua negli altri. Come fare pertanto, per colmare la mancanza di riconoscimento da parte dei genitori durante l’infanzia? Per non continuare a navigare in pattern comportamentali che ci possono portare verso relazioni tossiche o malessere, è importante imparare a gestire le proprie emozioni attraverso un auto-riconoscimento che permetta di validare le proprie emozioni, idee, sentimenti. Questo significa essere in grado di darsi fiducia, forza e stabilità in modo da migliorare la propria autostima e creare una visione migliore del mondo. Questo processo come sempre può essere realizzato individualmente, attraverso la presa di coscienza di sé e di quello che proviamo, ma anche attraverso un percorso di crescita personale che guidi verso la validazione emotiva e psicologica.
Il Presidente Nazionale Ju JItsu Italia
Dott. Antonio Maria la Salandra